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Modello 231: guida completa [aggiornato all’anno 2025]

Immagine del redattore: Avv. Giulio CristoforiAvv. Giulio Cristofori

Aggiornamento: 7 gen

Il D.Lgs. 231/01 ha portato nel diritto d’impresa un nuovo principio: le società (di qualsiasi natura esse siano) possono essere penalmente responsabili per una serie di reati. In questo panorama, il Modello 231 costituisce lo strumento a loro disposizione per difendersi da questa responsabilità. 


Di fatto, i Modelli Organizzativi 231 01 riguardano la compliance di un’azienda, cioè le modalità con cui si allinea al contesto culturale, al contesto sociale e alle normative, affinché sia sempre garantita la salute e la sicurezza dei lavoratori.


Sono l’Avv. Giulio Cristofori, specializzato in diritto penale dell’impresa. Da anni offro la mia assistenza legale alle aziende per la tutela del loro business e della loro immagine. In questo articolo vediamo nel dettaglio cos’è il Modello 231, quando è obbligatorio, chi lo redige e perché è importante per le organizzazioni. 



Indice dei contenuti



Cosa intende il D Lgs 231 2001 per modello di organizzazione e gestione?

Il D.Lgs. n. 231/2001 ha dettato la disciplina della cosiddetta “responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato”. Questa disciplina si applica sia alle società e alle associazioni prive di personalità giuridica, sia agli enti con personalità giuridica.


Secondo quanto previsto e predisposto dal decreto, le società possono essere ritenute “responsabili” per alcuni reati commessi o tentati, nell’interesse o a vantaggio delle società stesse, da esponenti dei vertici aziendali (i cosiddetti soggetti in posizione apicale) e da coloro che sono sottoposti alla direzione o vigilanza di questi ultimi (i cosiddetti sottoposti).


L’ampliamento di responsabilità ha come obiettivo principale quello di coinvolgere il patrimonio delle società e gli interessi economici dei soci (in ultima analisi) nell’ambito della punizione dei reati.


Tuttavia, l’aspetto fondamentale individuato nel decreto è l’attribuzione di un valore esimente che viene riconosciuto (nel caso in cui sussistano alcuni elementi) alle società attraverso l’adozione di modelli di organizzazione, controllo e gestione


È qui che entra in gioco il Modello 231.



Che cosa è il Modello 231?

Il Modello Organizzativo 231 è un documento che definisce una serie di procedure e processi aziendali che mirano a prevenire la commissione di reati e per i quali la stessa azienda potrebbe essere considerata come penalmente responsabile.


In sostanza, si tratta di un sistema di gestione aziendale che ha come obiettivo quello di escludere l’azienda dalle responsabilità individuate dal decreto 231/01.



A cosa serve il modello 231?

Al fine di evitare di essere penalmente responsabili di alcuni reati realizzati dai propri collaboratori, le imprese possono adottare il Modello Organizzativo 231, in cui l’organizzazione delinea come si organizza e verifica le sue operazioni, con specifico riferimento a quelle più a rischio di commissione di illeciti. 


Quindi, quali sono gli obiettivi del modello 231?


Lo scopo del Modello Organizzativo 231 è quindi quello di scongiurare e impedire la realizzazione di reati, oltre che di attestare la trasparenza e la serietà dell’impresa stessa.


L’art. 6 del D.Lgs. n. 231/2001 stabilisce che la società può evitare la responsabilità penale nel momento in cui dimostra di: 


  • aver implementato e attuato il Modello 231, valido ad assicurare la prevenzione dei reati previsti dal decreto;

  • aver assegnato il compito di vigilare sull’effettiva applicazione di tale modello a un “organismo di controllo interno all’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo”.


Se correttamente applicato, il Modello 231 tende a ridurre il rischio di commissione di illeciti penali



Quali sono gli obiettivi del modello 231?

Il Modello Organizzativo si pone come soluzione per gestire i rischi in via preventiva, in particolare attraverso elementi quali:   


  • modulistica; 

  • procedure; 

  • disposizioni organizzative;

  • codici comportamentali.


La Gestione del Rischio di Reato è quindi un’attività di natura preventiva, in quanto non va a individuare le aree aziendali in cui i dipendenti e/o potrebbero agire nell’interesse o a vantaggio dell’azienda (ledendo al contempo una serie di interessi giuridicamente rilevanti, (pensiamo ad esempio alla privacy di soggetti terzi, alla salute dei lavoratori o al patrimonio della Pubblica Amministrazione).  


Questo si traduce nel fatto che il rischio non dipende dall’effettiva volontà della commissione di un illecito, ma dal conflitto eventuale che potrebbe generarsi tra gli interessi che possono essere lesi dalla commissione dei reati ex D.Lgs 231/2001 e gli interessi economici dell’azienda.


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struttura organizzativa del modello 231 in azienda

Quali sono i reati del modello 231?

Di seguito un elenco dei principali reati della 231*: 


  • reati contro la sicurezza sul lavoro;

  • reati contro la PA (Pubblica Amministrazione);

  • reati tributari;

  • reati informatici;

  • reati ambientali;

  • reati societari e finanziari; 

  • reati contro la persona;

  • reati per illeciti amministrativi;

  • manipolazioni del mercato e abuso di informazioni privilegiate.


*Si ricorda che i reati sono in continuo ampliamento e aggiornamento.



Quali sono gli elementi fondamentali del modello 231?

Gli elementi fondamentali del Modello Organizzativo 231 sono sostanzialmente 3, e riguardano le attività che un’impresa deve elaborare affinché sia adottato ed aggiornato efficacemente il modello:


  • Implementazione di specifiche procedure che siano idonee a gestire il rischio, prevenendo la messa in atto di condotte illecite nelle aree in cui il rischio di reato è più elevato; 

  • Valutazione del rischio (risk assessment), al fine di analizzare, individuare, trattare e misurare il rischio di commissione di illeciti nelle diverse aree di attività aziendale;

  • Definizione di una struttura gestionale per la prevenzione dei reati: responsabilità, risorse (informative, formative, economiche ed umane), principi etici, flussi di informazione che consentono di applicare e aggiornare le procedure di prevenzione, oltre che consentire di rilevare (nel tempo) l’emergenza di nuove aree di rischio. 



Quando è obbligatorio il modello 231?

Il Modello 231 non è obbligatorio. Tuttavia, si tratta anche dell’unico strumento che un'azienda ha a disposizione al fine di limitare o eliminare la propria responsabilità sanzionatoria.



Chi redige il Modello Organizzativo 231? 

La responsabilità di adottare il modello è in capo all’Organo Dirigente della Società, che è tenuto a nominare un Organismo di Vigilanza (OdV). Può essere sia monocratico (composto da una sola persona) che collegiale (composto da più persone). In entrambi i casi, i membri possono essere sia interni che esterni all’azienda.


L’Organismo di Vigilanza non ha soltanto il compito di approvare il Modello 231, ma anche quello di vigilare sul suo funzionamento, assicurando che esso venga rispettato.



Chi deve adottare il Modello 231?

Tutte le aziende che scelgono di adottare un Modello 231 sono tenute a rispettare le direttive individuate al suo interno. 


All’interno di un’azienda, i destinatari del modello sono principalmente i soggetti che dispongono di maggiore potere e autonomia nell’organizzazione, e che quindi potrebbero potenzialmente agire in modo incontrollato e porre in essere comportamenti fraudolenti. 



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