Impronte digitali e Delitto Garlasco: cosa sono le minuzie e quante ne servono per identificare una persona
- Avv. Giulio Cristofori
- 12 ore fa
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Il delitto di Garlasco, consumato il 13 agosto 2007 ai danni della giovane donna Chiara Poggi, torna oggi sotto le luci dei riflettori. Tutto ciò grazie all’uso di nuove tecniche che hanno permesso ai consulenti tecnici di individuare in Andrea Sempio la persona corrispondente alle impronte digitali in prossimità delle scale della taverna dell’abitazione, luogo in cui il corpo di Chiara è stato trovato senza vita.
Si tratta dell’ormai nota impronta 33, “evidenziata mediante l'impiego della ninidrina” e che è stata lasciata dal palmo destro di Andrea Sempio (un amico di famiglia della vittima), per la corrispondenza di 15 minuzie dattiloscopiche.
Io sono l’Avv. Penalista Giulio Cristofori e in questo articolo voglio parlarti di alcuni aspetti tecnici dell’identificazione dattiloscopica alla luce delle recenti evoluzione del caso Garlasco: cosa sono le minuzie di un’impronta digitale, cosa ha affermato la Procura di Pavia in questi giorni e cosa consiste il processo di identificazione di una persona tramite impronte digitali.
Indice dei contenuti
Impronte digitali: cosa sono e come si confrontano
Per comprenderne il significato tecnico, è utile richiamare brevemente i principi fondamentali delle impronte digitali, in particolare cosa sono dal punto di vista tecnico e qual è il procedimento per il loro confronto e individuazione di una persona.
Le impronte digitali sono dei veri e propri disegni unici formati dai solchi e dalle creste presenti sulla pelle dei polpastrelli delle dita. Ogni persona ha impronte diverse, in quanto si tratta di caratteristiche biometriche individuali e permanenti. Non esistono quindi due persone che hanno impronte digitali esattamente sovrapponibili.
Arrivati a questo punto sorgono spontanee due domande:
Ma come si fa a confrontare due impronte digitali?
E come si fa ad affermare che un’impronta digitale appartiene a una certa persona?
È proprio in questo contesto che entrano in gioco le minuzie, elemento fondamentale per l’identificazione di una persona.
Minuzie impronte digitali: cosa sono?
Si tratta di quei piccoli dettagli del disegno delle impronte che rendono ogni impronta unica e riconoscibile. Per questo motivo, in tema di analisi e confronto delle impronte digitali, le minuzie sono gli elementi più importanti.
Le impronte digitali sono formate da una serie di creste, ovvero le linee di rilievo che si vedono sul polpastrello. Le minuzie sono i punti in cui le creste fanno qualcosa di specifico, come ad esempio interrompersi, dividersi, unirsi o formare dei piccoli giri.
Se due impronte mostrano un certo numero di minuzie nella stessa posizione e nello stesso ordine, allora è molto probabile che le due impronte appartengano alla stessa persona.
Possiamo quindi immaginare le minuzie come coordinate che, combinate tra loro, tracciano una “mappa” unica per ogni individuo.
L’impronta 33 del caso Garlasco: perché si è arrivati all’identificazione solo oggi?
La discussa “impronta 33” del delitto Garlasco non è una nuova traccia rinvenuta in questi giorni. Tuttavia, è stata identificata solo recentemente, dopo essere stata inizialmente ritenuta "non utile" nel 2007 dai RIS di Parma. All’epoca, le tecnologie disponibili non permettevano un’elaborazione adeguata della traccia.
In poche parole, all'epoca dei fatti a traccia non era stata ritenuta utile poiché le tecniche di rilevamento ed elaborazione non erano sufficienti a individuare una corrispondenza con un'altra impronta, né a stabilire la sua origine.
Inoltre, nel momento in cui la traccia venne repertata e classificata come 33, venne anche sottoposta a un doppio test per rilevare la presenza di sangue: uno di questi test (combur test) aveva dato esito incerto, mentre un altro, quello più specifico (Obti test) aveva restituito esito negativo.
Oggi, è lo stesso procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, che in una nota afferma: «I consulenti tecnici incaricati dal pm di svolgere nuovamente gli accertamenti dattiloscopici su tutte le impronte all'epoca dei fatti non attribuite o ritenute “non utili”, in tempi brevi hanno concluso che, alla luce delle nuove potenzialità tecniche a disposizione, sia hardware che software, l'impronta 33, evidenziata mediante l'impiego della ninidrina, è stata lasciata dal palmo destro di Sempio, per la corrispondenza di 15 minuzie dattiloscopiche».

Quante minuzie servono per identificare una persona?
Per una corrispondenza affidabile tra impronte digitali, generalmente è necessario che coincidano almeno 10-12 minuzie, sebbene questo numero possa aumentare in base al contesto specifico. In ambito giudiziario, questa soglia è determinante per stabilire se un'impronta possa essere considerata una prova valida.
In Italia, per identificare con certezza un individuo, si richiede solitamente che tra le due impronte da confrontare vi siano almeno 16-17 minuzie coincidenti, sia per forma che per posizione. Nel caso di Andrea Sempio, l’impronta contrassegnata con il numero 33 presenta 15 minuzie corrispondenti.
L’evoluzione tecnologica e l’impatto sulle prove
Il caso dell’impronta 33 rappresenta un esempio emblematico di come l’evoluzione tecnologica possa incidere profondamente sulla rilettura di indizi già noti. In ambito penale, tuttavia, ogni elemento probatorio deve essere valutato nel contesto del fascicolo processuale, nel rispetto del principio del contraddittorio e del giusto processo.
Sarà compito della magistratura, alla luce di tutte le evidenze, stabilire se e in quale misura questa nuova attribuzione possa avere un rilievo ai fini della verità processuale.